Il senso della croce
La Santa Rosa di Lima (1586-1617), animata da immenso zelo di preguiera e penitenza, cercava eroicamente una vita virtuosa e, per la salvezza del suo popolo, offriva a Dio le sue incalcolabili sofferenze spirituali (sentimento de abbandono estremo, secchezza dell’anima). Ella diceva: “Al di fuori della croce non vi è altra scala per salire al cielo” (Cf. CCC n. 618).
Chi vuol essere discepolo / discepola di Cristo deve imparare la legge profondamente cristiana e che il mondo non capisce, ma è la legge che ci insegna il Cristo:
“Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
sul legno della Croce,
perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
dalle sue piaghe siete stati guariti…” (1Ped 2,24s).
San Paolo vive con tutta la serietà questa norma di partecipare alla vita salvatrice di Gesù per la salvezza del mondo:
“Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. (8) A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. (9) Ed egli mi ha detto: «Ti basta
la mia grazia…»
(10) Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,7-10).
Per sapere che cosa Paolo ha sofferto conviene rileggere 2Cor 11,21-27. Come egli avrà sopportato tante sofferenze fisiche e psichiche? Ma finalmente ci raccomanda una grande virtù: portare una parte della croce di Cristo, e questo sarà una grande forza per la santificazione della Chiesa:
“Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
Di modo drammatico esclama Paolo:
“Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20)